L’industria mangimistica tende a persuadere i veterinari e i padroni di animali che solo il pet-food offra la garanzia di una dieta completa e bilanciata, lasciando intendere che alimentare i propri animali preparando loro in casa da mangiare sia una strada che porta a problemi di salute.
Una lista significativa degli ingredienti di un mangime secco per cani comprende: mais, farina di soia, farina di carne ed ossa, altri cereali e grassi di origine animale. Fra i componenti di un cibo in scatola per cani troviamo invece: sottoprodotti a base di carne ( fegato, reni, polmoni), carne (muscoli), cereali (soprattutto frumento, orzo e farina di avena), farina di soia e zucchero. I cereali rappresentano la componente principale di un mangime secco per cani (60%) e per gatti (50%).
Prima della domesticazione, e comunque prima del XX secolo (con l’arrivo della Grande Depressione economica americana), cani e gatti cacciavano le loro prede e avevano una dieta ricca in proteine della carne e povera di grassi e carboidrati. A differenza degli onnivori, il cui apparato digerente è dotato di uno stomaco abbastanza grande e di un intestino tenue relativamente corto, i carnivori hanno uno stomaco piuttosto piccolo ed un intestino tenue relativamente lungo; per questo motivo la dieta ottimale di un animale carnivoro deve essere concentrata, altamente digeribile e povera di residui, perché il suo organismo è strutturato in modo da digerire principalmente le proteine. Se nella razione è presente un eccesso di carboidrati e di lipidi, buona parte di ciò che il carnivoro mangia è solo parzialmente digerita prima di raggiungere l’intestino crasso dove avviene la formazione delle feci, sovraccaricando il sistema digerente ed escretorio.
Cani e gatti sono in grado digerire ed assimilare quasi completamente solo alcuni tipi di amido, come quello contenuto nel riso, mentre oltre il 40% di altri tipi di amido (pasta, pane, biscotti, avena…) non viene utilizzato.
Per quanto riguarda invece la componente proteica dei pet-food, essa è composta per la maggior parte da farine di soia (spesso transgenica) e farine di carne ed ossa. Queste ultime, oltre a rappresentare il maggior sito di accumulo di tutti i trattamenti farmacologici cui gli animali da reddito vengono sottoposti durante la vita, derivano dalle loro carcasse lavorate alcuni giorni dopo la morte. Qualsiasi proteina considerata non commestibile per gli esseri umani diventa un ingrediente per il pet-food o per produrre fertilizzanti!
Alla luce di quanto detto, offrire ad un animale da compagnia una adeguata alimentazione non significa fornirgli giornalmente un determinato quantitativo di pet-food; ogni soggetto ha i propri fabbisogni nutrizionali dipendenti da età, taglia e livello di stress a cui è sottoposto. L’unico modo per prendersi cura del proprio animale è prendersi cura della sua nutrizione, scegliendo un cibo di buona qualità, accuratamente bilanciato e personalizzato.